Il periodo migliore per una vacanza in Martinica va da gennaio ad aprile: noi ci siamo stati a febbraio e possiamo assicurare che le temperature sono davvero perfette! Verso sera non può mai mancare qualche scroscio di pioggia, ma dura sempre pochi minuti e i locali, tutti all’aperto, sono sempre attrezzati per tenere i clienti all’asciutto.
La Martinica è un dipartimento francese: per andare è quindi sufficiente la carta d’identità . Ma lo scalo all’aeroporto di Charles de Gaulle vi obbligherà a passare per i controlli automatici del passaporto. Portatelo con voi se l’avete, non è obbligatorio ma renderà il passaggio più veloce!
Non dimenticate una buona protezione solare: sull’isola sono piuttosto costose, meglio portarle da casa.
Un impermeabile vi farà comodo, sarà sufficiente anche solo un poncho usa e getta.
Se avete intenzione di fare il trekking sul Mont Pelée portatevi uno zaino che possa contenere almeno due bottiglie d’acqua da un litro, perché non incontrerete fontane o strutture dove bere (e ne avrete bisogno!).
Per il resto…infradito e telo mare!
Ci sono diverse soluzioni: potete optare per un villaggio, come il Club Med Le Boucaniers, l’unico a offrire pensione completa. Oppure potete scegliere un albergo sulla spiaggia o un appartamento. Noi abbiamo soggiornato al Residence Village Créole, un borghetto molto turistico ma molto bello e curato. Pieno di locali e vicino a due bellissime spiagge.
Troverete davvero di tutto in Martinica: dai ristorantini di ispirazione italiana ai bistrot francesi, dai piatti di pesce a quelli di carne. Dovete assolutamente provare gli Accras de morue, le tipiche frittelline di pesce delle Antille.
Tutti i locali e i ristoranti hanno una vastissima scelta di cocktail: non potete non provare il T-punch, a base di ruhm, o il Punch Coco, a base di cocco.
Lasciatevi tentare dalla frutta: assaggerete i manghi più dolci che abbiate mai provato, gli avocado più grandi. E le banane non hanno niente a che fare con le nostre: sono immensamente più dolci e gustose!
Troverete il cocco ovunque, e se vorrete potrete assaggiare l’acqua di cocco da un frutto appena raccolto.
Se volete provare la cucina creola dovete allontanarvi dalle spiagge e dalle città più turistiche ma vi avvertiamo: non è per tutti!
È risaputo che le spiagge più belle della Martinica si trovino al sud: noi però vogliamo spezzare una lancia anche a favore del nord. Meno organizzato per i turisti, il nord ha però un’atmosfera tipicamente caraibica, tutti sono molto rilassati e gentilissimi.
I locali sono molto più tradizionali e le spiagge, la maggior parte di sabbia nera, sono ampie e semideserte. Un esempio: la Plage Anse Céron.
Tra le spiagge del Sud non potete tornare a casa senza avere passato una giornata alla Plage des Salines: grandissima, con la vegetazione che arriva a pochi metri dall’acqua. E poi quella dell’Anse Maunier, più su la spiaggia di Sainte Luce e la Plage du Diamant.
Il Diamant è un isolotto roccioso a pochi metri dalla costa che ha avuto un ruolo fondamentale nella guerra tra inglesi e francesi per il possesso delle Antille. Qui parte anche un sentiero che passa davanti al memoriale dell’Ans Cafard: una distesa di statue bianche a capo chino che guardano il mare, in omaggio agli schiavi che persero la vita a inizio ‘800 a causa di un naufragio proprio in quel punto del mare. Se siete in zona visitate il villaggio di Ans d’Arlet, con la chiesa che affaccia sul pontile: sarà una delle foto più belle che porterete a casa! Se capitate di sera, dal pontile potrete vedere nell’acqua dei minuscoli pesciolini fluorescenti che sembrano danzare sulla superficie del mare lasciando una scia luminosa.
La spiaggia di Point du Boute ha il mare più tranquillo, mentre la spiaggia di Sainte Anne, sebbene un po’ affollata, è il punto dove abbiamo trovato il mare più calmo (oltre ai colibrì che svolazzavano tra i rami degli alberi di Tamarindo sulla spiaggia).
Per gli appassionanti di trekking la Martinica riserva tantissimi percorsi immersi nella sua lussurreggiante vegetazione. Sull’isola si trova il Mont Pelée, il vulcano che nel 1902 ha distrutto l’antica capitale Saint Pierre.
Non fidatevi troppo delle indicazioni che trovate nei diversi flyer e nelle mappe. I trekking che arrivano al vulcano sono molto impegnativi: richiedono scarponcini adeguati, una buona scorta d’acqua e di fiato.
Ma una volta conquistata la cima la vista è indimenticabile.
Esistono però anche percorsi più tranquilli: ci sono almeno una quarantina di sentieri, alcuni dei quali costeggiano le spiagge, distribuiti per tutta l’isola.
La Martinica non è solo mare!
Non perdetevi i Jardin de Balata: un percorso di un’ora compreso di ponti tibetani sospesi tra gli alberi che vi porterà in mezzo a palme alte come palazzi, laghetti di ninfee, fiori spettacolari. E qui foto e video dei colibrì sono assicurati!
Una giornata si può trascorrere tranquillamente a Fort de France, l’attuale capitale. Qui non perdetevi la cattedrale di Saint Luis, la biblioteca Schoelcher e il forte che dà il nome alla città (attenzione: visite al forte solo guidate e su prenotazione!) con le sue iguane.
Ma oltre a questi monumenti sarà bellissimo anche solo perdersi tra le vie di questa popolosa città caraibica, in mezzo a case dal fascino un po’ decadente e alla musica che si sente in ogni angolo.
Lasciate un po’ di posto in valigia: al mercato coperto di Fort de France sarà impossibile non comprare l’olio di cocco o le bacche di vaniglia.
Un altro must seen è l’Habitation Clément. Una tenuta agricola immensa in cui regna la pace, con un parco che ospita sculture e installazioni moderne. Si può visitare la casa padronale, con gli arredi originali, l’antica distilleria della famiglia Clément con un piccolo museo del ruhm e la galleria d’arte.
Si possono fare sia visite guidate che visite libere, e si può stare quanto si vuole: vi consigliamo di portarvi un telo, perché un’oretta stesi al fresco del parco è d’obbligo!
Le distillerie: ce ne sono moltissime sull’isola. Noi ne abbiamo scelta una un po’ fuori dalle rotte turistiche, la distilleria La Favorite, una delle più antiche. La visita alla distilleria e ai campi di canne da zucchero è gratuita, come la degustazione dei ruhm. Purtroppo la distilleria non è organizzata per fare spedizioni internazionali, ma trovate il loro ruhm – che è buonissimo – in aeroporto.
Ultima tappa per una vacanza di una settimana è la penisola della Caravelle: qui trovate il Museo della Banana (molto più interessante di quello che può sembrare), il sentiero dei granchi per fare una bella passeggiata, e la distilleria Saint James.
L’attesa in aeroporto per il ritorno è passata in un lampo: l’aeroporto è piuttosto piccolo e davanti c’è un locale all’aperto molto carino. Mentre ci gustavamo l’ultimo T-punch della vacanza è arrivata una banda locale con tamburi, tamburelli e ogni altro tipo di percussioni: un concerto gratis emozionante che ha salutato chi partiva e dato il benvenuto ai fortunati appena arrivati!
Una signora martinicana che ci ha fermato in spiaggia per fare due chiacchiere ci ha detto che la Martinica è chiamata l’ile de revenants: l’isola di chi ritorna. Speriamo che sia davvero così!
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